Sulla base di un diario tenuto discontinuamente da Hamilton dal 1764 al 1789 e fortunosamente ritrovato, Donatone fornisce un nuovo contributo, in forma romanzata, alla conoscenza della vita privata dell'ambasciatore, nonché delle vicende artistiche di Napoli in età neoclassica, un periodo in cui è presente nella capitale borbonica un grande archeologo e teorico dell'arte quale Winkelmann e personaggi come d'Hancarville e Goudar, ricordati come "avventurieri", ma che invece si rivelarono anche geniali uomini di cultura.