C'è un figlio, Daniil, che cresce in Russia, lontano dal padre, e da bambino si fa adolescente. Ma la separazione non cancella i ruoli: si resta padri e figli, e la distanza non fa che ravvivare la consapevolezza di quel rapporto troncato. La paternità si fa oggetto di riflessioni condotte nella forma frammentaria di un diario, con brevi prose, lettere e poesie che si alternano in un tessuto di ricordi e sensazioni, passando dalla serietà all'umorismo e all'ironia, con il cameo di un racconto dedicato ai ragazzini di Mosca. I temi che danno forza al legame padre-figlio trovano sostanza in queste pagine intense, a tratti tristi e a tratti luminose, dove una drammatica vicenda autobiografica fa solo da spunto per arrivare all'universalità degli affetti familiari.