Questo "Diaro di guerra narra" l'esperienza d'un giovane della piccola borghesia, cattolico fervente e quindi votato alla pace, che fermamente e virilmente accettò e compì il suo dovere di soldato, comprendendo il senso e infine la grandezza di quanto era stato chiamato a fare. In queste pagine non si trovano quei piagnistei che una pubblicistica generalmente postbellica e ideologica attribuisce ai nostri soldati. Combattente nella Grande guerra, Carlo Milani venne assegnato come aspirante ufficiale al battaglione "Monte Spluga". Giunse in linea nell'agosto 1917 sul Monte Ortigara, quando s'era da poco conclusa la gigantesca battaglia in cui il reparto, con 24 ufficiali e 636 soldati, aveva registrato il tragico primato delle perdite sofferte dal 5° Reggimento Alpini. Tornato a casa, letteralmente senza un quattrino, Carlo Milani trovò poi un primo impiego in una banca locale, dividendo il lavoro con una intensa partecipazione alla causa cattolica, che si esprimeva allora negli "oratori", cioè nell'attività ricreativa e, come si diceva, formativa, dei giovani.