Maria Rita Calabrese non è nuova a sperimentazioni teatrali che partono da un modello classico e, leggendo il suo "Dialogo con il cenere muto", viene alla memoria il canto greco della trenodia, ovvero quel componimento specifico (basti ricordare Simonide e Pindaro) dedicato ai defunti. Non è un caso, inoltre, che lo stesso stile richiami la poesia in più luoghi, alternando frasi brevi a periodi più lunghi. Il dialogo è un fitto meditare sulle condizioni personali e familiari, scoperchiando atteggiamenti e prassi apparenti che rivelano quanto finta, spesso, sia la via di ciascuno.