Roma, qualche anno fa, estate e desolazione. Una donna denuncia l'allontanamento volontario del figlio adolescente. Lei è Maria Ludovica Carinari, Ludo per gli amici, sceneggiatrice, madre separata di quattro figli - John, Francesco, Lola e Miguel - e campionessa di riunioni di condominio tra le differenti personalità che la abitano. Lui è Miguel, adolescente allo sbando, ultimo di quattro, arrivato come un regalo estorto agli anni. Soli fino a un certo punto - lui e la sua ombra, lei e le sue voci di dentro - subiscono su fronti diversi la latitanza di un mondo adulto fatto di disattenzione e rimandi, fino a quando uno specialista, che dovrebbe occuparsi del disturbo oppositivo del ragazzo, si innamora di sua madre. Si potrebbe dire, arrivati fin qui, che vissero tutti felici e contenti, ma questa non è altro che una storia scritta dalla sceneggiatrice Ludo, un po' per celia e un po' per non morir. Le circostanze in casa della protagonista e voce narrante sono in realtà molto diverse, finché un'inattesa pandemia mette tutti ai domiciliari. Miguel un po' di più.