Una tenuta nel Brandeburgo, in Germania Est, è testimone silenziosa, tra cessioni ed espropri, di un intenso mosaico di violenze e passioni che hanno segnato il Novecento. Il primo proprietario ha quattro figlie, alla minore va in eredità un bosco con una piccola casa che affaccia sul lago. Sarà poi un giovane architetto ad acquistare il terreno e a farne il luogo di villeggiatura della sua famiglia. La tenuta passerà di mano in mano e si avvicenderanno undici vite e undici destini; solo il giardiniere, sopravvissuto a tutti i proprietari, rimarrà muto testimone nell'alternarsi delle stagioni e delle epoche. Ma vera protagonista è la Storia che avvolge le esistenze di queste persone, tutte inesorabilmente alla ricerca di un luogo in cui sentirsi a casa, una storia individuale e collettiva che esalta e dissolve la memoria, l'identità dei luoghi, l'incontro a volte fatale tra la natura e gli esseri umani. Considerata tra le più interessanti personalità della letteratura europea di oggi, Jenny Erpenbeck è capace di interrogarsi sul senso del secolo scorso come solo pochi altri grandi autori tedeschi hanno saputo fare. "Di passaggio", opera fondata su una minuziosa ricerca negli archivi, è severa epopea antieroica di una piccola «patria» tedesca trascinata dal variare delle epoche (Weimar, nazismo, guerra, dopoguerra, comunismo, liberazione, unificazione, rapida modernizzazione), ed è traiettoria esistenziale di persone in balia delle onde del destino.