Tre esistenze lungo l'arco temporale d'un secolo che si dispiegano, accavallandosi, al richiamo della memoria. Sullo sfondo una Sicilia dissennata, animosa, magica, retriva, ospitale e scomoda, luminosa e lugubre, ineguagliabile impasto di terra e mare. Innanzi agli occhi una Milano composta, elegante, generosa, cautamente affabile, dai cieli grigi e dalle infinite sfumature. Il lungo monologo, che trova nell'armonizzazione di elementi propri di un registro letterario e dei toni autenticamente colloquiali una personale soluzione stilistica, schiude una galleria di anime e confeziona il quadro espressionistico di un mondo lontano da scrutare con gli occhi dell'anima. La protagonista del romanzo, scovando i ricordi annidati nell'unico luogo in cui, uno a uno, avrebbe potuto disseppellirli, tesse la tela screziata della storia familiare dentro alla quale ritrovarsi. E lì magicamente rinviene gli elementi di quel magnifico intero che è l'universo al femminile cui deve la forza, l'indipendenza, l'adattabilità. La morte è relegata al ruolo di mera comparsa. Sono piuttosto i copiosi riverberi delle esistenze, ombre e orme in quel mare inquieto di imponderabilità che è la vita, a ridisegnare un nuovo orizzonte. Al tentativo di trattenere i ricordi dentro alle mura di casa, per schivare il dolore, subentra pertanto il coraggio di vivificare le anime una volta di più, di confonderle col vento, di respirarle ancora e ancora, poi di lasciarle andare.