Poema lungo, di grande impatto e ispirazione, il Dhammapada, "Parole di Dhamma", è senza dubbio uno dei libri più noti del canone buddhista. Nella versione originale in lingua pali è formato da 423 stanze raccolte in 26 capitoli, il cui perno è principalmente l'insegnamento dell'etica tramite l'esaltazione della virtù e l'invito ad abbandonare i comportamenti non salutari. Cercare di evitare il male, di coltivare il bene e di purificare la propria mente sono i tre principi cardine del testo, che è tra i più amati e rispettati dai praticanti buddhisti di tutte le tradizioni e di tutti i tempi. Trattandosi di un'antologia - si ritiene che l'opera raccolga parole che il Buddha avrebbe realmente pronunciato in svariate occasioni -, il Dhammapada ha un ritmo piuttosto irregolare. Nella maggior parte dei casi presenta versi profondi e poetici, capaci di indirizzare il lettore, con gentilezza e assenza di dogmi tipicamente buddhisti, verso una più alta sensibilità morale e serenità spirituale. Le contraddizioni della vita umana, della condizione incerta in cui essa prende forma tra bene e male, gioia e dolore, la ricerca della fine della sofferenza, della malattia e della morte, perseguita con mezzi spesso sbagliati, sono dipinte con tratti di mirabile acutezza psicologica. Secondo l'insegnamento del Dhammapada, la chiave per progredire lungo il cammino di liberazione e superare la sofferenza sta nell'addestramento della mente, che è alla base di "tutto ciò che siamo". Libro antico di grande attualità, utile sia per i lettori digiuni del buddhismo che per i meditanti esperti, che ne sapranno riconoscere il valore di guida dall'inesauribile ricchezza. Questa nuova traduzione in lingua italiana è arricchita dall'originale in pali, dalla traduzione in inglese e, come omaggio al più che centenario tragitto di questo poema nella nostra cultura, dalla versione latina del 1900 nella stesura dello studioso danese Viggo Fausbøll, il cui testo rappresenta la prima apparizione in una lingua occidentale del Dhammapada.