In principio si chiamava Teatro Riccardi, come il carismatico impresario che lo aveva costruito, e dal 1897 è per tutti il Teatro Donizetti. Da oltre due secoli non è solo un contenitore di spettacoli oppure un edificio che segna il volto della Bergamo Bassa, è piuttosto parte dell'identità stessa della città, spazio di una storia collettiva. Le complesse vicende che nel tempo hanno animato la vita del Teatro Donizetti hanno preso forma grazie all'impegno, ai contrasti, alle idee dei cittadini più illustri che si sono sempre sentiti chiamati in causa rispetto alle decisioni per esso più significative, segno dell'importanza che al Teatro ininterrottamente è stata assegnata. Non va nascosto il perenne contrasto tra i proprietari di palco e le diverse proprietà, così come tra i palchisti e gli impresari fino al 1938 quando il Teatro passò definitivamente sotto la gestione del Comune di Bergamo. A documentazione di tutto questo resta il lavoro di Ermanno Comuzio che nel 1989 ha dato alle stampe Il Teatro Donizetti. Due secoli di storia: un volume costruito sulla verifica delle fonti, la conoscenza diretta degli ambienti, la dedizione di una vita al teatro. Questa pubblicazione dedicata all'Associazione Corpo Palchisti Teatro "Gaetano Donizetti" si è proposta di mettere a fuoco soprattutto gli accadimenti più recenti e raccontare gli aspetti legati al costume, alla beneficenza, alla vita della città e dei suoi protagonisti. Fonti inedite e indispensabili sono state le testimonianze dirette di alcuni membri della stessa Associazione che hanno aiutato nella selezione degli eventi più importanti portando in luce il racconto diretto e accattivante di episodi, profili, relazioni cittadine che nel tempo avrebbero rischiato di perdersi. Ecco allora irrinunciabili la documentazione sui Balli della Croce Rossa che si tenevano nella sala del Donizetti a Carnevale e la correlata festa in costume organizzata per i bambini, i ricordi della grande inaugurazione del 1964 con il Teatro rinnovato, il cambiamento dei costumi e dell'offerta avvenuti nel tempo e la grande rivoluzione portata dal Festival Jazz. Tra i ricordi si ritagliano spazio figure originali del tempo quali, certamente, il maestro Gianandrea Gavazzeni, ma anche l'immancabile maestro Aldo Sala, i personaggi carismatici delle grandi famiglie proprietarie di palco e - più nascoste - figure testimoni della loro raffinata vita quotidiana dalle sarte, ai maestri, al personale di casa. Emerge il ruolo delle grandi signore tutte, sempre, elegantissime. Davanti ai nostri occhi sfilano donna Letizia Saviane Venier, donna Ninì Scotti Guffanti, donna Marina D'Amico Finardi, donna Wanda Bertelli Guadalupi, Lilian Tadini Pandini e ancora Maria Teresa Monzini insieme a tante altre. Sicure nel tessere relazioni, animare feste, perfettamente a loro agio tra le regole e i codici della società, animatrici attive di numerosi avvenimenti benefici, guide per i figli. L'intero lavoro ha voluto dunque dedicare uno spazio organico, come mai era avvenuto, a una realtà associativa legata all'identità della città: un atto dovuto a chi nel tempo ha vissuto "Dentro il Teatro "come protagonista della vita bergamasca.