Due anni dopo "Le mie prigioni", le celebri memorie pubblicate nel 1832, sui duri anni di carcere, Silvio Pellico dà alle stampe "Dei doveri degli uomini", un piccolo trattato morale. Il volumetto è rivolto ai giovani "con desiderio intenso" e con l'auspicio che sia "stimolo a virtù e cooperi" alla loro felicità. Vengono affrontate le diverse situazioni, pubbliche e private, in cui ci si può venire a trovare nella vita, con la calda raccomandazione di seguire sempre la propria coscienza con "generosa costanza".