Paul Pritchard rappresenta lo scalatore disoccupato per antonomasia, colui che viveva di scalate finanziandosi con gli assegni di disoccupazione. Vilipeso da alcuni per non condurre uno stile di vita tradizionale, in "Deep Play" giustifica l'investimento statale con un resoconto eloquente e avvincente delle pressioni e ricompense dell'arrampicata moderna. Ma se il suo curriculum di scalatore è impressionante, non meno brillante è il suo talento di scrittore.