La traduzione dei Salmi in versi toscani di Benedetto Varchi (1554-1556), restituita qui per la prima volta in edizione critica e commentata, è una testimonianza preziosa delle posizioni spirituali e degli interessi poetici dell'autore, allineati con l'evangelismo valdesiano e con la riforma lirica del «classicismo volgare». L'elezione del toscano a lingua sacra e il raffinato sperimentalismo metrico si coniugano a una grande intelligenza interpretativa, corroborata dal ricorso a versioni e commenti biblici esposti sul versante dottrinale come la Brevis explanatio di Marcantonio Flaminio o la Bibbia toscana di Antonio Brucioli. La qualità dell'esercizio di Varchi è accresciuta dal confronto costante sia con i classici Dante e Petrarca, sia con i moderni Pietro Aretino e Luigi Alamanni. La complessa vicenda redazionale testimoniata dai codici manoscritti aggiunge un elemento di sicuro interesse sul piano ecdotico, facendo di questa raccolta un caso notevole di filologia d'autore.