La struttura di queste pagine è quella di un viaggio che si articola all'interno di un Labirinto enigmatico (Rebus), lungo un tragitto che passa da una Stanza all'altra. Ogni Stanza è una situazione, un luogo dell'anima, una scena di teatro nella quale l'io-narrante descrive ed elabora la propria esperienza. Lungo il viaggio il Labirinto assumerà man mano una sua valenza autonoma, diverrà un insieme districabile di situazioni, quasi una persona, un antagonista. Si capirà facilmente che Labirinto è al tempo stesso la nostra mente e la realtà che ci circonda. E che da Labirinto sarebbe forse più saggio non uscire. Il cammino lungo le Stanze ha anche un altro significato: identifica domande e propone soluzioni. Allo stesso tempo però le scompone e le mescola, a sottolineare l'unità della conoscenza e della memoria che è dentro la nostra testa. Il frantumarsi della memoria è scandito dalla struttura paratattica del racconto e del linguaggio usati: frammenti di memoria di altre persone, frammenti di altre esistenze, frammenti di altre vite che si uniscono lungo il racconto, ad identificare la complessità e l'unità della scienza e della nostra esperienza.