"Incominciò [...] in tale confusione delle cose tanto inclinate a nuove perturbazioni, l'anno mille quattrocento novantaquattro [...], anno infelicissimo a Italia, e in verità anno principio degli anni miserabili, perché aperse la porta a innumerevoli e orribili calamità". Comincia così il sesto capitolo del primo libro della celebre Storia d'Italia di Francesco Guicciardini: che, per gli eventi di quell'infelicissimo anno e di quelli immediatamente successivi, attinge a piene mani all'incomparabilmente meno noto e fortunato De bello italico di Bernardo Rucellai, come dimostrano il suo riassunto autografo dell'opera latina e sicure coincidenze. Per molti versi anticipatrice delle grandi opere storiche successive, percorsa da una trama di pensiero e da considerazioni di indiscutibile modernità, la storia della discesa del 'mostro' Carlo VIII in Italia, vista dagli occhi di un oligarca fiorentino nostalgico del regime laurenziano e ostile a Piero de' Medici e alla sua dissennata politica, merita di essere riscoperta. L'opera del Rucellai è qui presentata per la prima volta in edizione moderna, basata sull'unico manoscritto esistente, e per la prima volta tradotta in italiano.