In un panorama culturale dominato dalla retorica dei media, David Chipperfield rappresenta un fronte di opposizione al diluvio del virtuale, richiamando l'architetto alle sue responsabilità sociali e l'architettura alla rifondazione del concetto di limite. Esponente di una tradizione liberale dell'architettura come pratica umanistica al servizio della collettività, Chipperfield è idiosincraticamente lontano da quell'esasperazione comunicativa che vorrebbe equiparare l'architettura a semplice informazione: l'autorevolezza della sua opera sta nel suo essere rappresentativa di un equilibrio tra idea e realtà che pone al centro la nozione di "ordinario" nella sua duplice accezione di elemento d'ordine e della vita d'ogni giorno.