«Questa monografia è la prima pubblicazione compiuta di Danilo D'Ignazio. Appena le sue opere sono arrivate davanti ai miei occhi, sono stato subito persuaso d'introdurle. Il motivo è semplice: c'è del talento. E il talento un critico d'arte lo deve evidenziare; inoltre c'è dell'irriverenza, e l'irriverenza è uno schiaffo di sana e impudica libertà che gli artisti hanno spesso rivendicato sui buoni costumi e sulle buone decenze; per di più c'è della compiacenza al gusto dominante, e la compiacenza al gusto dominante di un'epoca significa provare a sintonizzarsi con le tendenze prevalenti del pubblico e del mercato; infine c'è una ricerca febbrile sui linguaggi espressivi che non è sazia ogni volta dei risultati raggiunti. Danilo D'Ignazio shakera come in un cocktail tutti questi ingredienti - talento, disinvoltura, impudicizia, compiacenza, satira -, e con un continuo, voluto, esibito citazionismo, tira fuori le sue opere. Guardatele bene. Vi ricordano tutto, eppure, questo tutto, Danilo D'ignazio prova ogni volta a superarlo. I suoi lavori vi ricordano la Pop Art, Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Robert Rauschenberg, Jasper Johns. Certo, sicuramente, e il nostro artista fa di tutto per tributare questi artisti, fa di tutto per citarli apertamente, volutamente. I suoi lavori vi ricordano l'insolenza sfrontata, micidiale, iconica dei murales di Banksy negli spazi pubblici, a cominciare dall'opera che effigia la copertina, Unaware manufacturers. Certo, sicuramente, e il nostro artista consapevolmente lo omaggia. I suoi lavori vi ricordano la sintesi del segno visivo che aveva Keith Haring, come nell'opera Spicy fife neon, che onora il logo con cui i Rolling Stones si sono imposti nell'immaginario visivo, oltre che in quello musicale. I suoi lavori vi ricordano la velocità espressiva e cartellonistica delle campagne pubblicitarie da strada o da social: efficace, immediata, riproduttiva. I suoi lavori vi ricordano le provocazioni verso i potenti del pianeta, della storia e della religione, che ha avuto molta satira artistica e sociale, da George Grosz fino ai vignettisti del giornale Charlie Hebdo, uccisi nell'attentato terroristico del 2015 a Parigi, come nelle opere R-evolution e Always fly high...» (Dall'Introduzione)