Nel primo decennio dell'Ottocento, per effetto delle riforme napoleoniche, gli ingegneri di ponti e strade occupano un significativo spazio nella società meridionale. Gli ingegneri devono fare i conti con la nuova condizione di dipendenti pubblici, con la gerarchia dei gradi, l'attaccamento al servizio, il sistema meritocratico nei concorsi. Nella successiva età borbonica l'élite tecnico-scientifica continua, tra contrasti e resitenze, l'opera di regolamentazione di settori vitali dell'economia del Regno. Il maggior artefice di questo consolidamento è l'ingegnere Carlo Afàn de Rivera che sa promuovere le istituzioni tecniche, il lavoro dell'équipe professionale e la riqualificazione del Mezzogiorno.