Nel dibattito contemporaneo sembra essere ormai consolidatasi l'idea che, in merito al suo sviluppo, la tecnologia scientifica sia debitrice al capitalismo. A partire soprattutto dalla fine del primo trentennio del XIX secolo, l'evoluzione scientifico-tecnica è andata infatti sempre più caratterizzandosi non come mezzo di emancipazione dell'uomo, ma, al contrario, come strumento privilegiato del capitale per il trasferimento, la marginalizzazione e la relativa sostituzione del lavoro vivo nei processi di produzione. Questa situazione non è un risultato storico necessario, ma - come dimostrava Marx tutte le volte che ha ricostruito la selezione delle tecnologie scientifiche - è il frutto della combinazione di logiche interne ed esterne allo sviluppo delle Rivoluzioni scientifica e industriale. Con sguardo attento anche alla Critica dell'economia politica, questo volume vuole restituire la parola alla marxiana Storia critica della tecnologia fornendo al lettore anche meno specializzato quegli strumenti teorici indispensabili per pensare futuri scenari disastrosi, o viceversa razionalmente funzionali, per il ricambio organico tra uomo e natura.