I quartieri di edilizia residenziale pubblica hanno accumulato nel tempo significati e ruoli contrastanti. Interventi legati a programmi di welfare, sono stati occasione per sperimentazioni tipologiche ma spesso sono diventati spazi di degrado. Hanno saputo rivelarsi luoghi di socialità ma hanno anche determinato effetti segregativi. Hanno contribuito alla realizzazione di attrezzature collettive ma non di rado sono rimasti incompleti. Sono stati oggetto di discredito ma si sono rivelati nel tempo un'importante risorsa patrimoniale. Sono quartieri che occupano oggi una posizione strategica nella compagine urbana perché sono aree di frangia in cui si dissolve la città consolidata e si dilata un paesaggio esteso a scala territoriale con orizzonti che includono spesso ambiti agricoli. La città pubblica continua a rappresentare una sfida per il progetto dell'esistente. E richiede di accantonare vecchi pregiudizi per orientare il nostro sguardo ad individuare nel disegno degli spazi aperti e nella riconnessione di trame ambientali le nuove potenzialità di rigenerazione. A partire dal tracciato di due antiche vie consolari, la Salaria e la Casilina, il volume inquadra una porzione di territorio ai margini del Grande Raccordo Anulare di Roma, dove si addensano quartieri di edilizia pubblica, costruiti nel secondo Novecento, innervati da ampi spazi aperti non distanti dal corso dell'Aniene. I contributi raccolti invitano a riscoprire il legame con la geografia e la storia dei siti, a prendere atto delle stratificazioni sociali, ad attraversare e ri-conoscere nuovi paesaggi urbani per superare frammentazioni e intessere nuovi fertili dialoghi con i luoghi del nostro abitare.