Desideri dell'uomo e desideri della donna, sullo sfondo millenario di una "guerra di genere", testimoniata per la prima volta dall'«Orestea» di Eschilo. Il maschio ha una struttura "penetrativa" e spesso il suo desiderio si trasforma in ossessione di potere, diventa forza regolatrice, costruttiva, vocazione, da cui dovrebbe scaturire la felicità. La donna è diversa, ha anfratti misteriosi, dove si cova - proprio perché nascosto - un desiderio più intenso e caparbio, duraturo. La donna si fa attraente per l'altro, desidera di essere desiderata, e sa meglio dell'uomo che il desiderio è sempre "desiderio del desiderio" ("dell'altro"). Curiosamente, talvolta, modalità segretamente femminili assume anche lo stesso desiderio maschile, quasi un "sogno maschile di essere donna", che si traduce in un inquietante fantasma triangolare: lo ritroviamo nel «Tartufo» di Molière, nel romanzo di Dostoevskij, «L'eterno marito», nel film di Truffaut, «Jules e Jim». I desideri più trasgressivi ce li sussurrano poeti (Ovidio), pittori (Klimt, Balthus), drammaturghi (Ibsen, Pirandello), autori di film (Bergman, Bertolucci, Buñuel, Kubrick, Pasolini). Perché sono gli artisti, dice Freud, ad avere, più di tutti, «il coraggio di lasciar parlare il proprio inconscio».