Il 10 agosto del 1904 la Società Italiana degli Autori querela Eduardo Scarpetta per aver messo in scena una parodia de La Figlia di Iorio di Gabriele D'Annunzio, senza il suo consenso: ne deriva un processo per plagio memorabile. D'Annunzio contro Scarpetta contiene la copia anastatica degli atti del processo pubblicati nel 1908 dall'editore Morano. Il documento, preceduto dall'introduzione critica di Giuseppe Cricenti, non solo riveste importanza letteraria e giuridica, ma è una rara testimonianza della contaminazione tra diritto ed estetica e del proficuo scambio delle rispettive logiche di giudizio. Tra i consulenti di parte diversi nomi di rilievo tra i quali spiccano Benedetto Croce e Giorgio Arcoleo.