In questa nuova raccolta, i versi in siciliano di Angela Bonanno si snodano con la sonorità e il ritmo che potremmo immaginare di sentire nel canto di una Parca mentre attende al suo lavoro. Un canto che confonde e scambia silenzio e grido, ora nenia sommessa, ora lingua tinta e dispirata, lingua cattiva e disperata. Un canto che cuce i punti storti / a sautari (i punti storti / a saltare). Un canto crudo e fatato, lapidario e fratto, che trova nella lingua di acqua e di pietra dell'isola, nel suo paesaggio di sole e di nero, il senso e il gesto, la voce e il tempo di un incessante cusiri e scusiri, cucire e scucire nomi e cose, amore e dolore, infinito cominciamento della scrittura.