Si può narrare la storia della guerra e della ricostruzione, la storia della emigrazione interna dal Sud al Nord, la storia "grande" insomma, attraverso microstorie familiari? E si può definire questo un romanzo, una narrazione storica? Certamente sì. Molti lettori si riconosceranno nelle esperienze vividamente descritte nel libro. Molti, i più giovani, attraverso queste pagine, conosceranno, dall'interno delle cucine, dei corridoi, delle stanze che si aprono fra le pagine, gli avvenimenti storici così spesso ascoltati dai nonni e studiati nei libri di testo. Le vicende della famiglia Russo sono, infatti, narrazioni di vita di uomini e donne da un decennio all'altro del Novecento, fra l'odore degli abiti ottocenteschi appena riposti e l'annuncio dei nuovi scintillanti vestiti del boom economico. Gli epistolari tra i protagonisti colorano, fra detto e non detto, gli ambienti siciliani e quelli romani e descrivono il faticoso e costoso evolversi della condizione femminile dai messali e dai veli neri della chiusa educazione piccolo borghese siciliana all'apertura dei costumi di una Roma da poco "liberata". La famiglia è al centro di questo "Cuntu".