L'intento da cui il libro muove, a valle di un convegno internazionale tenutosi nel febbraio 2014, è proporre una riflessione scientifica sull'attualità delle forme e delle culture dell'abitare nei paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. Se da una parte l'idea di mediterraneità ha trovato una sua sistematizzazione grazie ad una serie di formulazioni teoriche tra cui quelle di Braudel e Matvejevic, dall'altra in architettura, a partire da Schinkel, Hoffrnan, e Loos, fino al dibattito razionalista, il novecento ha visto una chiara ricorrenza, figlia del "mito" mediterraneo, di tentativi di legare il progetto della casa ad una riflessione critica sulle architetture cosiddette vernacolari. Modus operandi evidente nell'opera di Giuseppe Pagano, di Edoardo Persico, di Giuseppe Terragni, nelle architetture di Luigi Figini e Gino Pollini, di Adalberto Libera, nel lavoro di Dimitris Pikionis, in quello di Hassan Fathy, nelle ricerche e nei progetti di Luigi Cosenza e Bernard Rudofsky nel golfo di Napoli. Un filo rosso che individua una chiara linea di pensiero, Il libro mette a confronto studi e ricerche in corso in diversi paesi appartenenti a questo ambito geografico, nei quali, in continuità con questa linea di pensiero, si intende attualizzarne il percorso metodologico.