L'enfasi eccessiva. È una sera umida e nebbiosa a Lavagna. Un gruppo di avventori esce da un'osteria e guarda distrattamente la donna bionda accasciata sulla panchina di una piazza, nel centro storico del paese. Di certo un'ubriaca, pensano. Quando si allontanano, una figura nell'ombra si avvicina alla donna. Il maresciallo dei Carabinieri Nusca, attirato dalle urla di un passante, trova la donna ormai senza vita. Il medico legale ritiene che si tratti di morte naturale: la donna, l'inglese Rose Moulton, che tempo prima ha subito un trapianto di cuore, ha avuto un arresto cardiaco legato alla sua condizione. Ma Riccò, un disincantato giornalista televisivo, ha dei buoni motivi per dubitare che la soluzione del caso sia così semplice e non ha alcuna intenzione di smettere di indagare. Riesce a recuperare un video di una telecamera che gli fornisce un dettaglio rivelatore. Ma la soluzione si trova su una nave maledetta, affondata tanti anni prima... Dalidà. Un giorno qualsiasi, su un treno locale che trasporta in città centinaia di pendolari. Persone che si incontrano ogni mattina, con una geografia immutabile di gesti e parole. Il treno si ferma in una delle stazioni disseminate nella tratta La Spezia-Genova. I passeggeri pensano a un guasto; in realtà, una mano sconosciuta ha tolto la vita al giudice Strogato il cui corpo è stato trovato all'interno della toilette. L'autopsia stabilirà che l'uomo è morto per avvelenamento. Gli inquirenti puntano il dito verso il caffettiere anarchico, ma lui si proclama innocente. Ancora una volta, il giornalista Riccò corre a ritroso nel tempo alla ricerca del colpevole. Per svelare il mistero occorre tornare con la memoria in un albergo di Chiavari, alla fine degli anni Sessanta.