Il volume mette in luce alcune caratteristiche delle violenze di massa commesse contro i civili sul fronte orientale, allo scopo di individuare le ragioni politiche e militari della loro sottovalutazione, in particolare sul piano giuridico e della propaganda. Il volume si divide in tre parti. La prima, introduttiva, ripercorre i dibattiti a livello internazionale che condussero alla Convenzione dell'Aia del 1899 e del 1907, e ricostruisce i crimini commessi dagli eserciti turco e russo nel 1915 e nel 1916. La seconda parte si sofferma sul caso della Serbia e della Macedonia orientale, affrontando in particolare il tema dell'occupazione bulgara, fino ad oggi assai meno indagata di quella austro-ungarica. Ampio spazio è dedicato alla figura ed alle opere del criminologo Rodolphe Archibald Reiss, autore delle più importanti e dettagliate inchieste sui crimini di guerra e contro l'umanità perpetrati in Serbia. La terza parte è dedicata al tema della fame come arma di gu erra. L'epilogo, infine, analizza i dibattiti su crimini di guerra, crimini contro l'umanità e destino delle minoranze svoltisi a Parigi nell'ambito della Conferenza di pace.