Giuseppe Mazzini è oggi ricordato soprattutto come il principale e instancabile ispiratore morale e politico del Risorgimento italiano. Eppure, il suo ascendente intellettuale travalica i confini della madrepatria e del suo secolo. Nell'epoca in cui visse, fu tra i maggiori intellettuali europei, al pari di Michail Bakunin e Karl Marx, John Stuart Mill e Alexis de Tocqueville. La sua visione politica era fondata su saldi princìpi politici e ideali di progresso, dal suffragio universale di donne e uomini alla giustizia sociale. Ma tra i temi che gli stavano più a cuore quello più importante era la riscrittura dell'assetto politico europeo sulla base di due princìpi fondamentali: la democrazia e l'autodeterminazione nazionale. L'intento principale di Mazzini era quello di influenzare il pensiero e l'opinione dei popoli, nella convinzione che un mutamento politico così profondo richiedesse innanzitutto un mutamento dell'opinione politica e culturale diffusa. Seguendo l'esempio di Jean-Jacques Rousseau, Mazzini considerava gli esseri umani per quello che effettivamente erano, e le leggi per come avrebbero dovuto essere: i primi liberi ed eguali, con i propri valori e le proprie passioni, in grado di imparare a vivere e ad associarsi agli altri in maniera pacifica; le seconde quali premesse essenziali per convogliare le energie e le aspirazioni del popolo verso un'autentica emancipazione politica e morale.