Cosa fare del nostro cervello non è una domanda riservata ai filosofi, agli scienziati o ai politici, è una domanda che riguarda tutti e che dovrebbe permetterci di comprendere perché, nonostante esso sia plastico, libero, ci ritroviamo ancora e ovunque in "schiavitù", facendo del "nostro cervello" il servitore biologico dell'adattabilità, della polivalenza e della docilità imposte dalle nuove leggi dell'economia mondiale. La domanda che ci pone l'autrice in questo saggio è la seguente: come fare affinché la coscienza del cervello non coincida puramente e semplicemente con lo spirito del capitalismo?