"Le poesie di Michela Silla sono di costa e di ventosità. Non poteva esser diverso, vista l'isola dalla quale viene. Ma lo sono anche per una disposizione dell'anima - aperta nei venti che ne scarmigliano le vesti e i capelli - e pronta a seguire il profilo delle cose, degli attimi, delle figure, preferendo i limiti, i confini, insomma i punti là dove tali figure 0 momenti rivelano la propria natura di rive, di aperture al mare. Sono figure amate - il figlio, innanzitutto - incontrate, intraviste, e momenti che mostrano di essere "città di mare , ovvero realtà dove ci sono certamente vie segrete, strettoie, a volte anche ferite o screpolature, ma comunque abitate da quel "vero", il senso della presenza del mare. Segno di una possibilità, di un viaggio e di un orizzonte infinito. Spogliata da inutili trucchi linguistici, e lavorata come una conchiglia bianca, la voce di questa poetessa accoglie le molte ricche voci della migliore tradizione poetica italiana, spesso nata sulle rive dei mari, rilanciandole ancora nuove nella sua, e nella sua sfidate ad affrontare ancora l'uscita dai porti sicuri, il naufragio e la grande scoperta - come diceva Rimbaud: «È ritrovata!/- Cosa? - l'Eternità./ È il mare che nel sole / se ne va.»" (Davide Rondoni)