"Contro la musica" è un poemetto di rara potenza, dove l'elemento biografico, in cui il lettore viene catapultato senza possibilità di remissione, si mescola alla sfrenata produzione di immagini, profumi, suoni e persino strida. Attraverso l'uso di lemmi che richiamano alla lingua "parlata", prestiti dialettali e citazioni musicali, senza dimenticare la presenza dei grandi compositori, si avvalora la sfera privata rendendola condivisibile. Quindi l'esperienza intima, che è unica, diventa plurima. Nella ricerca costante della resurrezione che accompagna ogni istante della propria vita, è il sogno a darne il significato ed è il suo contrario a rinforzarlo. Ecco perché "Contro la musica" è un inno alla passione che irretisce e distrugge, alla fame e alla sete che tutto muove, al respiro che si ferma e si rigenera, all'ardore che disinfiamma dalle delusioni cocenti, sia nello straordinario sia in tutto ciò che appartiene all'ordinario. (Mirea Borgia)