Il libro, articolato in sei sezioni, si pone come un primo tentativo di descrivere a grandi linee e con l'aiuto di documenti coevi, i molti aspetti della vita degli ebrei del ghetto di Firenze attraverso le istituzioni assistenziali proprie della comunità ebraica. Il soccorso agli indigenti, che nell'ebraismo risponde ad un precetto della morale, viene gestito a Firenze, oltre che dalla cariche comunitarie, da circa tredici sodalizi, con sede, statuti, amministrazione e rituali propri, talvolta mantenuti, talora trasformati a seconda delle necessità immediate e del clima storico circostante. Accanto alle istituzioni costitutive delle comunità (le sinagoghe, il cimitero, il bagno rituale destinato alle donne), le confraternite si pongono come luoghi di aggregazione importanti, utili ad affrontare e superare non soltanto le difficoltà in campo economico, ma anche la pressione della società maggioritaria circostante. I loro campi di azione, l'istruzione dei giovani, la tutela della salute, il riscatto dei prigionieri e dei carcerati per debiti, la concessione di doti alle ragazze povere e molte altre forme di soccorso alle fasce più deboli della comunità.