Elio Polo, dopo l'esordio letterario con Adua, ci regala la sua seconda fatica libraria. La storia, ancora una volta come in Adua, è ambientata in un luogo caro e conosciuto dall'autore. E non è solo il luogo fisico ad essere noto a Polo ma anche le usanze, la mentalità e la psicologia della popolazione locale. I personaggi sono descritti con semplicità ma anche con precisione, quasi una creazione scultorea di scolpitura e sgrezzatura lignea. La narrazione è lineare e quasi "minimalista" nel suo stile letterario. Conquista chi legge, nel suo incalzare dei fatti e della volontà dei protagonisti di svolgere una loro vita vissuta non ordinariamente. Come in ogni storia che si rispetti, ci sono vicende belle e meno belle, comportamenti dettati dalla virtù e altri invece dalla malvagità ma il quadro generale rispecchia un'umanità sostanzialmente positiva. L'autore si interroga, infatti, attraverso l'introspezione dei protagonisti e degli altri personaggi, sulla finalità dell'esistenza e sulle sue criticità ma senza assurgere a definitore di facili moralismi quanto piuttosto immesimandosi in obiettivo osservatore dei fatti.