Wolfgang, lo psicanalista di Ami Jane, è morto. È a lui che la protagonista dedica la sua autobiografia anatomica, omaggio del più grande sforzo di onestà che abbia mai intrapreso. Con ironia e crudezza, capitolo dopo capitolo, Ami Jane si racconta percorrendo tutto il proprio corpo, dalle dita dei piedi fino ai capelli. La biografia dell'io narrante si intreccia alle sue peculiarità fisiche e ai modelli socio-culturali con i quali il corpo femminile è stato costretto a confrontarsi. Il corpo condiziona e distorce, veicola messaggi propri e al tempo stesso si manifesta come sintomo della persona nella sua interezza. I personaggi che incontriamo nelle pagine di Ami sono al tempo stesso vicini e molto distanti, come se la pelle fosse un confine da poter a malapena lambire.