Non è, questa, una narrazione autobiografica, ma la prospettiva di riscrivere in modo nuovo il vissuto, individuale e collettivo, abbandonandosi, senza remore al flusso dei ricordi, trascendendo la dimensione personale per una dimensione universale, sullo sfondo della Storia di un secolo. I ricordi sono materia viva, in continua trasformazione, corpi cristallizzati che vanno sciolti. Riattraversare lo spazio oscuro per trovare le parole perdute, in un contesto che, a tratti, si fa più sognato che vissuto è un'esperienza esaltante che prende forma anche attraverso la comunicazione transgenerazionale quando emergono parti di noi che non hanno trovato parola, perché ciò che è rimosso continua a perseguitarci e determinarci.