Per una vivente italian theory: è così che si potrebbe racchiudere il percorso filosofico di Roberto Esposito, la cui mappa concettuale si disegna all'interno di un itinerario del tutto inesplorato che va dall'immanenza del conflitto alle tesi bio-politiche e tanato-immunitarie per approdare infine al paradigma della terza persona. Qui si schiude infatti una istanza teorico-politica che culmina in una nuova visione del mondo: al di qua della trappola metafisica della "persona" - che mira a separare l'essere vivente da se stesso - Esposito indica nel "vivente impersonale" il luogo a partire dal quale la nostra esistenza "si apre a ciò che non è mai ancora stata". Le questioni cruciali del nostro tempo - legate ai concetti di sovranità e di fine del politico, che Esposito decostruisce tramite il ricorso alla categoria dell'impolitico e di biopolitica - sono affrontate senza maschere e soluzioni quietistiche. Un "pensiero vivente" capace insomma, secondo l'esempio geofilosofico tutto italiano di Machiavelli, Bruno, Vico o Gramsci, di far saltare il primato trascendentale del linguaggio e restituire la relazione costitutiva tra politica, storia e vita.