In molte famiglie siciliane, dalla seconda metà del Novecento, si è scelto di abbandonare il dialetto, come se il suo uso fosse segno di ignoranza, rozzezza, volgarità. É passata in secondo piano la sua storia millenaria; non gli hanno apportato meriti le mescolanze con il greco, l'arabo, il normanno, il castigliano, il catalano; non è stato bastevole esibire una ricca letteratura antica e contemporanea... Un forte pregiudizio lo ha condannato, insieme agli altri dialetti, ad essere - al massimo - lingua dello scherzo. Nonostante ciò esso resiste e permane in molti luoghi e in molti ambiti comunicativi [...] Questo "siciliano illustrato" è un gioco per i più piccoli e un momento di ripensamento per i più grandi.