In una Sicilia sonnolenta un gruppo di giovani cerca di dare un senso alla propria vita attraverso la politica. Ivan, Michela, Giuditta e Chiara, studenti di Filosofia, fondano con altri compagni il collettivo militante Zapata. Con le vicende di un centro sociale, nomade perché continuamente sgomberabile, si narra la vita altrettanto fragile e precaria di un gruppo di idealisti. Figli di una generazione apolitica e individualista, i compagni tentano di costruire una nuova comunità, un nuovo Noi, una nuova politica, una forma "altra" di stare al mondo. Uno squarcio nell'epoca "della fine di ogni ideologia". La storia, d'ispirazione autobiografica, scruta un tempo racchiuso tra le proteste contro la riforma Gelmini e la stagione dei Teatri Occupati e i Beni Comuni.