Caldo torrido, terra secca del deserto, tre uomini bevono gin e una bruma di polvere materializza uno sconosciuto da Tano. Un malinteso provoca una morte accidentale. Questo omicidio serve come punto di partenza per una serie di conti in sospeso e vendette. Un passato appena rivelato che ritorna per tormentare e spronare i protagonisti, creando legami di lealtà e appoggio mutuo fra di loro, e che si collega con il presente in maniera fatale. I fantasmi preteriti spingono irreparabilmente a seguire un destino dal quale non c'è scampo, come se fossero parte di un macabro piano superiore già scritto. Con elementi di letteratura gauchesca, Mariana Travacio crea un ambiente avvolgente e vivo, dove il sensoriale, le caratteristiche degli spazi frequentati, la meteorologia che accompagna i personaggi come un augurio e l'oralità del racconto acquisiscono un'importanza essenziale, creando una storia dove ogni dettaglio è accuratamente intrecciato agli altri.