Questa è una storia che puzza. Che puzza di umidità e sangue rappreso, di alcol, di mozziconi spenti male. Che puzza di morte, di marcio, di piscio. Di incenso svanito, di zolfo. Ma, soprattutto, questa è una gran brutta storia, un casino. Anzi, questa storia è il Gran Brutto Casino. E così che la chiamerà, istintivamente, il Reverendo. Piero è un giallista famoso che ha appena perduto il manoscritto del suo ultimo romanzo, ancora inedito. Spillo è uno smidollato senza aspirazioni e ora ha in mano quel manoscritto. Lucy è una donna misteriosa, che ha convinto Spillo a uscire finalmente dal suo anonimato, a commettere gli stessi omicidi seriali descritti nelle pagine del romanzo di Piero. Morti violente e incomprensibili cominciano a susseguirsi rapide, la polizia si muove senza successo, ma Piero ne conosce la trama e si sente accerchiato, teme di essere prima o poi coinvolto o sospettato. Decide allora di fuggire lontano, in Messico. Laggiù, grazie a Silvio, suo amico e agente letterario, conosce un investigatore scorbutico ed eccentrico, il Reverendo, specialista in casi impossibili come questo. Una galleria di personaggi strambi e apparentemente inconciliabili, una continua commistione di realtà e finzione, un romanzo in cui inseguiti e inseguitori, Bene e Male si rincorrono e si intrecciano fino a confondersi.