...poesie in cui si sentono, secondo un auspicio che incontro in un verso, sia la gioia sia la rabbia; la gioia non tanto sul piano tematico o privato, ma su quello scoppiettante delle parole, delle associazioni, ora serissime ora volutamente scanzonate, dei giochi fonici. Sotto il tono a prima vista "leggero" si coglie un lavorìo profondo, e in molti punti notevole, direi. Quanto alla rabbia, di motivi ne abbiamo tutti un bel po', non c'è neanche bisogno di dirlo; ma di nuovo mi pare interessante soprattutto la trasformazione della rabbia in dettato ritmico e sonoro. «(...) e che il tempo / e lo spazio a me regalati dalla grazia celeste / devono seguire la propria vocazione», leggo ne La postazione militare: come in una breve pausa tra gioia e rabbia. È proprio così, penso; e quando riesco a sentire qualcosa del genere mi sembra di non avere del tutto sprecato tempo e spazio.