A Tor Sanguigna, a ridosso di piazza Navona fulcro della vita commerciale dell'Urbe, era ubicata la casa-bottega dei De Marchis, una famiglia di mercanti di sete del secolo XVII. L'esponente di spicco Marcantonio, anche detentore di un banco di cambio, possedeva una ragguardevole raccolta di dipinti di importanti artisti contemporanei italiani e stranieri attivi a Roma. Il volume, nel prendere in esame la dispersione dei quadri distribuiti ai creditori dopo la sua morte nel 1684, tende a dimostrare come il collezionismo del mercante rispondesse piuttosto ad una strategia di investimento favorito dal commercio delle sete trainanti per la diffusione del mercato dell'arte. Le relazioni con una clientela per lo più privilegiata e internazionale particolarmente vocata al collezionismo agevolavano le richieste di un pubblico che, avendo col mercante un libero rapporto svincolato da commissioni, contribuiva ad alimentare il suo volume di affari. Le opere di G. Brandi, M. Cerquozzi, V. Codazzi, J. Courtois, L. Cousin, G. Lanfranco, P.F. Mola, C. Maratti, Mario dei Fiori, Salvator Rosa, A. van der Cabel, A. Camp, J.K. Van Eck, e altri ancora documentano la varietà dell'offerta e i differenziati livelli di qualità della quadreria, rappresentativa sia degli orientamenti di gusto di Marcantonio De Marchis, sia delle esigenze figurative e culturali della sua clientela. Una apertura è rivolta ai familiari mercanti-pittori Giovanni e Tommaso De Marchis.