Il "cognitivismo esistenziale" non vuole essere contro nessun approccio specifico. Apprendere l'applicazione di tecniche è di grande rilievo per la remissione dei sintomi ma se non viene considerato (più di quanto non sia già stato fatto finora) anche la centralità del significato che si dà alla vita, specie di alcuni casi, la psicoterapia potrebbe essere considerata incompleta o superficiale. Il "cognitivismo esistenziale" intende passare "dal significato del sintomo al significato della vita" per cogliere una radice più profonda della sintomatologia. Il termine "esistenziale" sta ad indicare la disponibilità del terapeuta ad affrontare - se il paziente ne fa richiesta e se le condizioni cliniche lo permettono - anche questioni "esistenziali" come: il senso della vita, della morte e della sofferenza. Quando il paziente riesce a mettere in discussione il proprio stile di vita potrà ri-orientarsi verso scopi esistenziali più funzionali al benessere proprio ed altrui. La psicoterapia ad impostazione "esistenziale" non ha per oggetto solo il sintomo ma anche lo stile di vita che scorre sul delicato binario della libertà e responsabilità. L'approccio più vicino a questa impostazione è "l'analisi esistenziale" di Viktor Frankl che già dal 1938 ne aveva intuito l'efficacia, sperimentandola, purtroppo, nella propria vicenda esistenziale a supporto della propria sopravvivenza all'esperienza dei campi di concentramento.