«Non è agevole intendere correttamente l'avventura creativa di Cintoli, proprio perché occorre ogni volta scavalcare la determinazione contingente e recuperare i nessi centrali che a quel nucleo ci riconducono. Soltanto un'ampia e meditata ricostruzione del suo lavoro potrà renderlo del tutto possibile (...)». Così scriveva Enrico Crispolti nel 1978, riguardo l'opera di Claudio Cintoli, sulle pagine del catalogo della XXXVIII Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, nelle cui sale era stata allestita dal critico romano la prima sintetica retrospettiva. L'artista era scomparso prematuramente a Roma nel marzo dello stesso anno. «Ora quell'auspicio formulato quasi quarant'anni fa finalmente si realizza in questo rilevante esito di documentazione ma soprattutto di appassionata pertinente intelligenza critica, capace Battiato di interrogarsi e documentare esaurientemente tutti i molteplici e dunque differenziati passaggi di una ricerca, in queste pagine ripercorsa in misura intimamente partecipata; di ripercorrerli nelle loro distinte identità, tuttavia infine sempre riportandoli a un medesimo nucleo esistenziale motivazionalmente generatore.» (Enrico Crispolti)