Notoriamente intimista e introspettiva, la scrittura di Clarice Lispector appare, soprattutto nelle sue prime opere, distaccata dal contesto brasiliano coevo e concentrata particolarmente su tematiche universali. In realtà, la sua incessante ricerca espressiva ed esistenziale rivela un impegno umano e intellettuale ampio e profondo. Un impegno che attraversa la sua produzione letteraria ma anche quella giornalistica, legando inestricabilmente vita e opera ed esprimendo una riflessione sul potere e sulla giustizia presente da sempre nella visione del mondo di Lispector. In un'epoca di oppressione e violenza come quella della dittatura militare in Brasile (1964-1985), al discorso autoritario Clarice Lispector oppone una scrittura che fa del corpo il simbolo di una condizione umana fragile e oppressa, per la quale rivendica il diritto al grido e alla disobbedienza.