Cartonato con sovraccoperta, 250 ill. colori e 100 b/n. Durante il vasto periodo compreso fra la dinastia Han Orientale (25-220) e quella Tang (618-907) la civiltà cinese subì radicali trasformazioni. La dinastia Tang fu testimone di una grande rinascita delle arti e della letteratura ed è perciò tradizionalmente definita l’“età d’oro” della storia cinese, soprattutto in contrasto con il periodo precedente, caratterizzato da frazionamento politico e invasioni straniere, ma oggi sappiamo anche da un intenso fermento intellettuale.
L’aggettivo che meglio descrive l’impero Tang è cosmopolita: la Cina importava ogni genere di merci esotiche attraverso la Via della Seta e le rotte marittime, e con esse affluivano genti di razze e religioni diverse, le cui usanze e tradizioni furono assimilate dalla società cinese divenendone parte integrante e indissolubile. Tale processo di assimilazione era tuttavia iniziato alcuni secoli prima con la caduta dell’impero Han, il fallimento delle teorie confuciane, l’invasione di eserciti stranieri e l’introduzione di una nuova religione: il buddhismo. Alla Cina Tang va il grande merito di aver sintetizzato mirabilmente gli elementi stranieri e quelli indigeni sviluppatisi nei secoli precedenti, creando una nuova, unica e straordinaria civiltà, resa possibile dalla tolleranza.
Il catalogo della mostra si articola in tre sezioni principali: saggi, immagini a tutta pagina per ciascun opera e schede. La sezione iconografica e le schede esplicative che la seguono sono suddivise in quattro parti: la prima dedicata all’arte Han Orientale e al suo retaggio nel periodo immediatamente successivo; la seconda incentrata sullo sviluppo della scultura buddista e la tolleranza religiosa; la terza illustra la presenza straniera ed il gusto per l’esotico, mentre la quarta racconta l’opulenza della corte.
Il saggio iniziale introduce al complesso periodo storico e allo sviluppo dell’arte dalla dinastia Han Orientale a quella Tang mentre quelli successivi affrontano argomenti specifici: data l’importanza dei cavalli, Lillian Tseng dedica il suo saggio a questo aspetto; Nicola Di Cosmo spiega il complesso legame con le popolazioni straniere, in particolare i sogdiani che controllavano i commerci lungo le vie della seta. Il contributo di Stefano Zacchetti racconta l’introduzione del buddhismo in Cina, mentre Roderick Whitfield esamina lo sviluppo della scultura nei grandi templi rupestri. I-Man Lai si concentra invece sull’arte buddhista esoterica e Jenny Liu esalta l’importanza dei dipinti parietali di epoca Tang. Felix Schöber infine ci fa scoprire la dinastia Tang nel cinema orientale.