"Il cieco canta alla sua città" in bosniaco "Slijepac pjeva svome gradu", raccoglie poesie del "dopo la guerra", viene incontro al lettore attraverso un lavoro poetico lontano dai giorni del lutto. Sidran dimette i panni del poeta civile e torna - nella ripresa della vita e della normalità - ad una libertà di espressione, felicità di racconto e canto, mai prima raggiunte. Poesie della maturità di una grande figura artistica, versi che ancora una volta dopo il disfacimento di una ipotesi di Stato e di letteratura - propongono l'area balcanica come luogo originale di una pluralità culturale, parametro possibile di un nuovo mondo.