Il resoconto di un viaggio immaginario nel mondo reale, tra tematiche legate alla globalizzazione, all'integrazione sociale e ai cambiamenti climatici. "È su questa terra che gli uomini esercitano il potere e bramano ricchezze, gettando l'umanità nel caos e scatenando guerre fratricide": così si legge nella mappa incisa intorno al 1580 dal cartografo Epichtonius Cosmopolites, raffigurante il cappuccio di un giullare con il mondo al posto del volto. Proprio ispirato da questa eccentrica immagine che parla di vanitas e follia degli uomini, Christian Balzano ha ideato il progetto Fuori dal mondo che vuole sollevare interrogativi sulla condizione del pianeta e soprattutto porre una domanda fondamentale: "Può l'identità storica e culturale di un luogo, di una comunità, essere completamente sconvolta e cambiata dalla convivenza con altre persone, con identità diverse?" Intorno a questa domanda si articola la monografia suddivisa in sezioni tematiche, profondamente legate l'una all'altra: il pluralismo della religione, la natura contaminata e contaminante, i continenti, i paesi e le bandiere sono infatti i temi intorno a cui ruotano le opere presentate, tutte accomunate dall'uso del tessuto, materiale che simboleggia con i suoi intrecci la pelle stessa e la carne delle nazioni in tutta la loro complessità geopolitica. Opere fortemente connesse tra loro, come i quattro grandi timbri in marmo con i simboli delle religioni più diffuse al mondo (ebraica, cristiana, musulmana, induista) ai quali si aggiunge il timbro "personale" dell'artista (che ha come effigie un toro); stoffe su cui campeggiano carte geografiche di paesi in guerra - trasformate dall'acqua del mare - o bandiere di paesi i cui confini sono separati da muri o linee invalicabili: tutti elementi che vanno a costituire un atlante critico del globo, cui Balzano si approccia come a un unico grande e sfaccettato "tessuto" sociale e politico. La monografia presenta i testi di Marco Tonelli, Sara Taglialagamba e Valentina Zucchi.