Si dice che non si è mai pronti a essere genitori, non esiste scuola, corso o università cui ci si possa iscrivere, che si possa preventivamente frequentare per prepararci almeno un po' a questo compito. Proprio per questa incertezza, ma anche per reali difficoltà personali o talora solo cattivi consigli, si inizia a seguire modelli inadeguati, che complicano le cose, le ingarbugliano, e rendono tutto più difficile, anche ciò che altrimenti potrebbe venire facile perché facile è. Capita così che a volte ci si possa trasformare in un genitore chioccia, uno tigre, uno elicottero o uno spazzaneve. Modelli fissi, ripetitivi, stereotipati, e per certi versi rassicuranti, ma al tempo stesso anche fluidi, con contaminazioni e incursioni reciproche l'uno nel campo dell'altro. Ma pur sempre modelli. Prendiamoci allora il tempo di esaminarli insieme, uno per uno, ciascuno nella sua propria specificità, per poi trovarne gli elementi in comune e di contatto, così come quelli di lontananza e di maggiore criticità. Tutto questo prima di trovare una, speriamo, valida alternativa. Che forse, giusto per anticipare le conclusioni, starà proprio nel non conformarsi a un modello predeterminato, ma trovare, anzi costruire, una strada personale.