"Chiedete a mia madre - Diario di un malinconico" lascia presagire al lettore, sin dall'inizio, ciò che lo aspetta non appena volterà la prima pagina. È il racconto di una vita, un percorso di crescita che scandaglia il profondo dell'animo del protagonista facendo venir fuori le sue paure, i suoi sogni e soprattutto le sue delusioni. La forza vera, in realtà, è e rimane quella della parola, che lapidaria sa e può farsi pittrice della società, di un contesto che non sempre piace ma che può e deve essere affrontato. Viene così fuori un'opera che si fa denuncia di tutto ciò che sembra ma che non è, che si dice ma che non si fa, una critica profonda al sistema dell'apparenza che domina e pare indistruttibile. Un diario di un giovane uomo che, nonostante la sua capacità di riflettere profondamente sul reale e di comprenderne le storture, non si arrende, ma piuttosto ogni mattino si sveglia, convinto di aver di fronte un nuovo giorno in cui lottare, determinato a raggiungere la propria serenità.