Il presente elaborato si prefigge di aprire uno spazio interstiziale tra più campi di studi separati. Attingendo agli studi di genere, studi gay e femministi, studi trans e studi teatrali e cinematografici, la ricerca prova a interrogarsi sul rapporto che intercorre "tra genere e scena". Il dispositivo al centro dello studio è quello teatrale: si illustrerà come sia l'unico a configurarsi come indispensabile nel ripensamento di nuove narrazioni e nuovi immaginari, lontani dai cliché della cultura popolare. La mancanza di letteratura scientifica sull'argomento, tuttavia, impone di lavorare tra i margini e negli spazi vuoti, cercando di ricostruire un'ontologia che provi, da un lato a spiegare la grave assenza di persone e personaggi LGBTQIA+ nel panorama performativo, dall'altro inviti, attraverso una ricognizione storica e un'analisi sociale e politica, a intervenire attivamente, mobilitando un'azione performativa degli esponenti del sopracitato acronimo. (Mattia Leombruno)